Il corso è rivolto sia ad operatori sanitari quali Infermieri, OSS, caregiver, che ai familiari ovvero a tutti coloro che sono a stretto contatto con i pazienti disfagici.
RSA gestite dalla grande Società cooperativa PROGES si sono già rivolte a noi per questa lezione che è tenuta da Istruttori Professionisti Sanitari collaboratori di RELIFE 2020.
Le lezioni sono state eseguite sia per gli operatori sanitari delle strutture sia per i familiari degli ospiti
La durata del corso è di circa due ore e alla fine del corso viene rilasciato
attestato e materiale didattico
Ma che cos’è la DISFAGIA?
La DISFAGIA, dal greco dus (male) e fagein (mangiare), sta a indicare qualsiasi disturbo nella progressione del cibo dal cavo orale allo stomaco, vale a dire una difficoltà o impossibilità a deglutire oppure un rallentamento della deglutizione. Questa condizione può manifestrsi a qualsiasi età, ma è più comune nella popolazione anziana.
Le dimensioni del problema
Dal 10 al 30% delle persone ultrasessantacinquenni ha problemi di deglutizione.
Tra i soggetti anziani di età superiore agli 887 anni, la prevalenza di disfagia è del 16%, mentre raggiunge il 40-60% negli ospiti di R.S.A.
Le principali cause di disfagia possono essere di natura:
- NEUROLOGICA: traumi cranici, stroke, demenza, parkinson, SLA, paralisi cerebrale etc..
- LATROGENA: uso di farmaci neurolettici , chemioterapia, radiazioni, post chirurgia etc…
- INFETTIVA: dopo contatto e infezioni da botulismo, mucositi da Candida, Herpes
LA DISFAGIA NON E’ SEMPRE FACILE DA RICONOSCERE!!!
Alcuni sintomi della disfagia possono essere:
- tosse durante e dopo la deglutizione
- senso di soffocamento
- eccessiva salivazione ed eventuale perdita di saliva dalla bocca
- nausea
- rigurgito orale
- rigurgito nasale
- inappetenza, data dall’ansia dell’assunzione di cibi o bevande
La prima attenzione va riservata alla dieta, poiché se non viene impostata in maniera corretta, può aumentare il rischio di un calo di peso e malnutrizione (non si ingeriscono i nutrienti e l’energia in quantità sufficienti al fabbisogno dell’organismo), disidratazione dovuta a un inadeguato apporto di liquidi e di incorrere in una
“polmonite ab ingestis”, una infezione delle vie respiratorie molto grave (e difficile da curare) causata dal cibo che viene aspirato nelle vie aeree anziché essere correttamente incanalato nell’esofago, con il rischio nei casi più gravi di soffocamento.
La dieta deve essere trattata da un gruppo di esperti: logopedista, dietista e medico. L’equipe decide cosa e come mangiare e soprattutto cosa evitare.
Poi ci sono delle avvertenze da adottare e consigli comportamentali da mettere in pratica
Tutte queste considerazioni devono essere conosciute da coloro che vivono la quotidianità del paziente disfagico: familiari, caregiver, oss, infermieri ecc