Un progetto di cardioprotezione è già di per se complesso, ma quando si parla di lattanti/ bambini…nulla può essere lasciato al caso, anche per la grande emotività presente in ambito pediatrico: dalla scelta del tipo di certificazione per preparare il personale, alla conoscenza dei device presenti nel mercato (DAE-AED) e le differenti modalità di attivazione pediatrica.
Le linee guida internazionali sulla rianimazione pediatrica, (European Resuscitation Council Paediatric Life Support (PLS) guidelines), parlano chiaro….
Questo articolo è dedicato ai gestori di asili nido di comuni, aziende, scuole, stabilimenti balneari, piscine e dovunque ci sia un bambino.
INTRODUZIONE
L’utilizzo del defibrillatore nel lattante e nel bambino: viaggio tra timori, linee guida internazionali e nuova legislazione
L’arresto cardiaco in pediatria è un evento fortunatamente molto raro, e proprio per questo ci si deve preparare a fronteggiarlo in modo professionale ed attento, soprattutto predisponendo un progetto di cardioprotezione adeguato nei luoghi frequentati da bambini come scuole, palestre, piscine, centri sportivi, stabilimenti balneari, etc etc etc…
Quando si parla di progetto di cardioprotezione pediatrico (lattante/bambino) si intende la messa in atto di tutte quelle azioni preventive che potranno consentire una risposta adeguata in caso di una grave emergenza pediatrica: questo potrà avvenire solo se si saranno affrontate tutte le criticità, predisposto la formazione di personale in numero congruo e pianificato il posizionamento di defibrillatori di nuova generazione-pediatrica.
Una menzione particolare va fatta per le piscine e gli stabilimenti balneari, soprattutto nel periodo estivo; in Italia sono ancora 400 le persone che annegano ogni anno ( FONTE AGI ) e tra queste molti bambini; e quindi è molto importante non solo la prevenzione, ma anche l’appropriatezza dei mezzi di soccorso immediati e la formazione per affrontare certe emergenze.
Infatti a seguito di un annegamento, solo nel caso di un provvidenziale e tempestivo soccorso tramite il massaggio cardiaco (BLS) con un defibrillatore, si potrebbe davvero fare la differenza per la sopravvivenza. Ancora di più in questi casi la tempestività del massaggio e dell’uso del AED risultano fondamentali, e la prevenzione primaria sulla sorveglianza attiva di un adulto, può fare sempre la differenza.
IL PROBLEMA EMOTIVITA’
Il problema legato all’arresto pediatrico lo conoscono molto bene i soccorritori, i medici e gli infermieri del 118, ed è l’emotività nella quale tutti (nessuno escluso) si ritrovano in questi drammatici momenti; i genitori, i parenti, gli amici, gli astanti… vengono tutti travolti da un senso di impotenza a volte (comprensibilmente) poco controllabile, essendo un bambino il centro dell’universo di una famiglia e della società.Abbiamo peraltro già trattato in un articolo di approfondimento dedicato a cosa succede in questi momenti se non si ha una preparazione adeguata, ed il rapporto con la “dissociazione traumatica” nel BLSD.
Questo presuppone ancora di più nell’ambito della prevenzione, una adeguata formazione con manichini pediatrici ed istruttori performanti e – nel momento in cui ci si trovia a gestire un arresto cardiaco pediatrico, avere a disposizione un defibrillatore (DAE o AED) che speriamo sempre abbia 3 importanti requisiti :
- Che sia affidabile e di nuova generazione ( performante )
- Che abbia la possibilità di effettuare una scarica pediatrica adeguata in tempi adeguati (magari pre-caricato)
- Che la batteria e le piastre siano in perfetto stato, ovvero non scadute e con un DAE teleconnesso o monitorato da un addetto ogni settimana.
Di solito nel bambino l’arresto cardiaco è spesso secondario ad un arresto respiratorio e raramente primario come nell’adulto, ma il cuore prima di fermarsi inizia a “fibrillare” e quindi – oltre al massaggio cardiaco – l’unica possibilità è avere un defibrillatore a portata di mano, ed applicare le piastre per cercare di de-fibrillare il ritmo prima possibile.
La nuova legge 116/2021 ed il suo decreto attuativo del 24 luglio del 2023, addirittura indicano per norma nei primi 3-4 minuti la necessità di intervento con un defibrillatore; questa decisione è stata presa in base ad evidenze scientifiche che hanno dimostrato che quello che conta è il “tempo” con cui si riesce a fornire una risposta adeguata, con strumenti idonei.
COME SI PRESENTANO I DAE PEDIATRICI
I defibrillatori semiautomatici o automatici in commercio possono presentarsi in diverse tipologie e con diverse modalità di utilizzo: con delle piastre “a parte” pediatriche che – una volta attaccate – erogheranno una scarica che andrà da un minimo di 30 joule fino ai 75 joule; con una singola piastra sia per adulto che per il paziente pediatrico che tramite un selettore pediatrico idoneo (una sorta di interruttore che modifica la scarica da adulto a pediatrico e viceversa), modifica la scarica o la presenza di un “attenuatore”, ovvero una chiave (di solito in plastica o un piccolo oggetto di altro materiale) che si inserirà in una fessura e potrà diminuire i joule da erogare nel caso di un bambino in arresto cardiaco.
Quindi diventa molto importante sapere che sono queste le 3 opzioni che potremmo trovarci dinnanzi usando un DAE con un bambino.
E SE NON ABBIAMO UN DAE PEDIATRICO…
La normativa nazionale ed internazionale prevede che in caso di assenza di piastre, di un interrutore, un selettore o di un attenuatore pediatrico è possibile ricorrere all’utilizzo del DAE per adulti su un bambino, in quanto la norma ha stabilito che l’alternativa sarebbe…non fare nulla.
Quindi legalmente si è autorizzati all’uso di un DAE per adulti su un bambino se non abbiamo altre possibilità.
La prima scelta ovviamente sarà sempre un medico con defibrillatore manuale con scarica impostata da 2 a 4 joule pro/kilo, ma in caso di assenza di questa preziosa possibilità nei primi 3-4 minuti, si dovrà effettuare il massaggio cardiaco, chiedendo agli astanti di reperire un defibrillatore da usare… prima possibile.
E’ infatti risaputo che i ritmi defibrillabili (Fibrillazione Ventricolare e Tachicardia Ventricolare senza polso) non durano molto (anzi…), ed il dae per funzionare li deve intercettare e “de-fibrillare” prima possibile.
In letteratura vi sono diversi “case report” di bambini rianimati con successo con dae per adulti, senza riportare danni cardiaci, ma ricordiamo che, se possibile, è sempre bene usare una “scarica attenuata” da 0 a 7 anni.
Dagli 8 anni un bambino è considerato adulto e potremo utilizzare tranquillamente il defibrillatore anche con scarica da 150 joule in su (come per gli adulti), ricordandoci che se il torace del bambino è piccolo, e le piastre non sono ad almeno 3,5 cm di distanza, si potranno posizionare antero-posteriori, e non come nell’adulto (sotto-claveare destro e sotto-ascellare sinistro). Dopo la scarica, si deve riprendere immediatamente il massaggio cardiaco fino a:
- ripresa dei segni di circolo
• arrivo dei soccorsi avanzati 112-118
• sfinimento fisico del soccorritore
E QUANDO ARRIVA IL DAE PEDIATRICO COSA FARE?
- Nel caso in cui avremo davanti a noi un dae con nella borsa 2 tipi di piastre (adulto o pediatrico) se siamo di fronte ad un bambino da 0 a 7 anni, dovremo utilizzare quelle pediatriche. A volte si trovano le piastre adulto pre-collegate, e quelle pediatriche nella tasca laterale; in questo caso dovremo staccare velocemente il connettore adulto e collegare quello pediatrico, per erogare la scarica attenuata (di solito 50-75 joule).
- Se invece ci dovessimo trovare di fronte un “selettore pediatrico”, ovvero un interruttore che permette l’utilizzo di una unica coppia di piastre valide sia per adulto che pediatrico, saremo in grado – tramite lo switch/selettore – di passare all’erogazione pediatrica. In questo caso una voce guida ci avviserà del cambio di energia selezionata. E’ importante ricordare che l’adulto non potrà mai essere defibrillato con piastre o energia selezionata pediatrica, in quanto sarebbe inutile e dannoso non riuscendo a contrastare la FV o la TV se presenti.
- In altri casi potremmo trovare lo stesso una sola coppia di piastre (valida sia per adulto che pediatrico) ma con un “attenuatore”. In questo caso parliamo di una “chiave” (di solito di plastica), che si dovrà inserire in un’apposita fessura. Questa azione potrà far erogare all’unica piastra adulto/pediatrica una scarica pediatrica, anche qui passando da 150 joule iniziali ai 50/75 a uso pediatrico.
NUOVI DAE SENZA TASTI PER LA SCARICA: COME AGIRE?
L’avvento di defibrillatori di nuova concezione definiti “automatici” è stata da poco autorizzata dal governo italiano tramite apposita legislatura; questi modellI automatici hanno di molto semplificato le procedure; infatti avendo un dae automatico dovremo:
> collegare le piastre al paziente
> accertarsi che nessuno tocchi il bambino
> attendere l’analisi del ritmo
> allontanarci in caso di erogazione della scarica
Il dae farà tutto da solo e nel caso in cui intercetti un ritmo defibrillabile, da solo avviserà gli astanti di allontanarsi e procederà con la scarica. Questo vale sia per adulti che per bambini, anche se al momento ancora non esistono dispositivi che da soli possono distinguere un adulto da un bambino e gestire in autonomia la potenza della scarica con erogazione di joule appropriati senza l’intervento di qualcuno. Di certo entro 10 anni vedremo arrivare nel mercato prodotto con queste innovative capacità, ma al momento non ci sono; quindi anche nel caso di un dae automatico, si dovranno cercare le piastre /modalità pediatriche se la vittima sarà un bambino.
CONCLUSIONI
L’arresto cardiaco in un bambino è un evento molto raro e quasi sempre secondario ad un evento scatenante , come l’arresto respiratorio; l’emotività che è presente in situazioni come questa, deve presupporre una adeguata formazione alle manovre di rianimazione ed alla presenza di un defibrillatore con piastre/attenuatore/selettore pediatrico che possa permettere l’erogazione di scariche appropriate e tempestive. Questo è indicato soprattutto nei luoghi dove vivono bambini, presupponendo una formazione specifica ed adeguata al personale vigilante come baby sitter, insegnanti, educatrici, tutor, bagnini, sorveglianti di acquapark o stabilimenti balneari
Per questo motivo è fortemente consigliata la presenza di numerose persone formate al PBLSD
(Pediatric Basic Life Support and Defibrillation), e si raccomanda la presenza di dae appropriati e con supporti adeguati per fronteggiare una emergenza, che ha intorno a se una emotività seconda a poche.
La formazione pediatrica è un capitolo a se, e presuppone un corso dedicato, che ha in se la possibilità di esercitarsi con manichini di diverse età e per un tempo adeguato, al fine di consentire l’assorbimento dello “schema mentale di intervento” ed approccio. Il consiglio è di cercare un centro di formazione accreditato al 118 regionale che sia specializzato anche in ambito pediatrico, per certificare tutto il personale addetto, e non solo qualche persona; questo ridurrà di molto l’esposizione ad interventi inefficaci, insufficienti o inadeguati.
Per ricevere maggiori informazioni su come realizzare un progetto di cardioprotezione aziendale, per organizzare corsi per grandi aziende multisedi nazionali (anche con fondi interprofessionali a zerocosto per l’Azienda), come diventare Istruttore ed avviare un Sito di Formazione (accreditato al 118 regionale) con il nostro International Training Center “ Squicciarini Rescue” e sulla formazione del team di primo soccorso interno aziendale con rilascio di brevetti Internazionali, è possibile inviare una email o contattare:
RELIFE 2020 ASSOCIATION
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