La dissociazione traumatica nella rianimazione cardiopolmonare extraospedaliera: conoscerla per affrontarla e gestirla
La dissociazione traumatica nella rianimazione cardiopolmonare extraospedaliera: conoscerla per affrontarla e gestirla.
“scopri ora tutto quello che nessuno ti ha mai detto durante un corso BLSD e che potrebbe aiutarti ad affrontare le manovre salvavita in modo corretto.”
di Marco SQUICCIARINI – MEDICO e FORMATORE DI ISTRUTTORI DAL 2004
INTRODUZIONE
ARRESTO CARDIACO: COMPRENDERE LE DINAMICHE PER AFFRONTARLO
Ho meditato molto prima di scrivere questo articolo, ma dopo aver raccolto numerose lettere con testimonianze precise di persone, che dopo aver frequentato un corso BLSD, si sono trovate ad intervenire all’interno di un tentativo di rianimazione ed incontrando emozioni inaspettate, ho deciso di scrivere quello che non ho mai letto da nessuna parte, e di cui nessuno mi ha mai fatto menzione: cosa accade nella mente umana in quei drammatici momenti?
Poichè non tutti reagiamo nella stessa maniera, cosa possiamo aspettarci?
E perchè alcuni non riescono – in specifiche situazioni – ad intervenire in modo corretto?
ABILITA’ PRATICHE VS EMOZIONI SOVERCHIANTI
Il corso BLSD insegna le abilità pratiche per intervenire nel caso ci trovassimo di fronte ad un arresto cardiaco di una persona: un bambino, un adulto, un uomo, una donna, …chiunque e con la possibilità che possa accadere anche in un momento inaspettato.
Si frequenta di solito un corso di 5 o 6 ore circa, nel quale si impara ad avvicinarsi con prudenzaed in sicurezza ad una persona apparentemente inanimata, a verificare lo stato di coscienza, e – nel caso di una persona incosciente senza respiro e segni vitali – iniziare la rianimazione cardiopolmonare, allertando i soccorsi e chiedendo un defibrillatore agli astanti.
I discenti di ogni corso effettuano un training in una comoda location, su manichini puliti, performanti che permettono un massaggio “pulito” e molto realistico, in totale rilassamento psicofisico.
Poi arriva un istruttore che ci porge un DAE e attacchiamo le piastre, dopodichè di solito la voce del DAE ci dice di erogare la scarica in sicurezza, e così via.
Al termine del corso, dopo aver effettuato il training per molte ore su lattante, bambino, adulto saremo sottoposti ad un esame (sia scritto che pratico) per la verifica delle nostre nuove competenze acquisite.La consegna del nostro attestato BLSD accreditato al 118, completerà questa straordinaria esperienza fornendoci anche un certificato che ci abilità all’uso del DAE, e per legge tutti – tranne i sanitari – avranno anche una manleva legale da ogni responsabilità per eventuali danni procurati a terzi in caso di RCP.
Ma cosa accade davvero nel mondo reale quando ci troviamo davanti ad arresto cardiaco?Nella nostra mente nei corsi registriamo un evento a lieto fine…sempre; ma dobbiamo sapere che potremmo anche non avere la serenità e lucidità che ci ha accompagnato durante il corso.
LA PRIMA VOLTA CHE QUALCUNO DISSE: “E TUTTO SARA’…DIVERSO”
La prima volta in vita mia che ho avuto un “imput diverso” è stato al termine del mio primo corso American Heart Association, quando la voce narrante del video disse una frase che non avevo mai ascoltato prima di allora in nessun corso: ” … e ricordate che nella realtà, tutto sarà…diverso”.
Ma cosa voleva dire di preciso con questa frase il narratore?
Me ne sono accorto cosa voleva dire la prima volta che sono intervenuto in un arresto cardiaco di un signore di 50 anni per strada, mentre camminavo per conto mio, in mezzo alla gente: pioggia invernale, traffico fermo, persone che urlano, gente che si paralizza, quasi a nessuno viene in mente di chiamare il 118-112 se non si richiede espressamente….insomma una situazione molto diversa da quella sperimentata nel corso in tutta tranquillità e dove il manichino veniva defibrillato in tempi certi e nella mia mente…era praticamente sempre salvo.
Ma cosa era successo di diverso quel giorno per strada sotto la pioggia?
Era entrata in gioco la realtà, l’emotività, le reazioni che non ti aspetti, il parente che urla, la gente che non sa che fare e non ti aiuta, e tu che inizi a vedere la scena al rallentatore, quasi con un distacco misto ad incredulità; conobbi di persona il famoso “stupor”.
E’ possibile che avrete la possibilità di provare alcune (o in parte) di queste sensazioni che spesso vengono riferite in un secondo tempo da chi si trova suo malgrado coinvolto:formicolio, tensione muscolare, calore, freddo, brividi, sudore profuso, senso di stordimento, bruciore, percezione del tempo rallentato, visione a fotogrammi, ipoacusia, intorpidimento fisico….
Nel corso degli anni ho poi ricevuto molte lettere di genitori che – dopo aver fatto un corso pediatrico – sono intervenuti con le manovre di disostruzione per liberare le vie aeree del proprio figlio che non respirava più a causa di un chicco di uva o un giocattolo, ed hanno voluto condividere l’accaduto, descrivendo chiaramente cosa è realmente successo nella loro mente ed hanno vissuto, in quegli interminabili secondi che sembravano ore, giorni , settimane, mesi , anni dove il tempo pareva si fermasse.
Molti di loro lo hanno raccontato a voce, e molti altri lo hanno scritto nero su bianco, inviando lettere come questa, tanto per fare un esempio:
Una LETTERA per tutte che ancora non riesco a dimenticare è quella della mamma di Francesco un bimbo di 3 anni che non è più tra noi per colpa di un acino di uva, e che nel 2009 fu la prima a raccontare per filo e per segno cosa accade in questi momenti terribili.
In questi momenti in molti riferiscono una intensa sensazione di disconnessione con la realtà mai provata prima.
Fortunatamente la maggior parte delle lettere hanno un finale positivo, ma la vita di ogni bambino ha un valore assoluto e sappiamo bene che “tutti i dolori si disperdono, tranne la morte di un figlio”.
ESSERE SOPRAFFATTI o AGIRE?
Ho provato a raccontare cosa è accaduto a queste persone in questi momenti (come da loro riferito) in modo asettico e senza giudizio, far capire cosa ci si potrebbe aspettare durante un evento del genere, e questa descrizione di situazioni (che altri hanno già vissuto), potrebbe servire a prepararci ad affrontare una situazione critica, cercando di condividere cosa potresti aspettarti in momenti come questi, aiutandoti a comprendere come intervenire, non rimanendo sorpreso da nuove potenti emozioni che non hai mai incontrato.
E’ risaputo che se hai contezza di quello che puoi aspettarti da un evento, sarà meno difficile gestire le forti emozioni che potrebbero sopraffarti se ti prendessero alla sprovvista; fortunatamente non siamo tutti uguali e alcune persone riescono a mantenere il sangue freddo e ad agire in modo appropriato.
Beati loro !
Dopo aver frequentato un corso BLSD di qualità e conoscendo certi scenari, potresti acquisire strategie che possono “aiutarti ad aiutare” gli altri, e comprendere che non tutti reagiscono nello stesso modo davanti a situazioni soverchianti ed eccessive, non riuscendo più a riflettere chiaramente; invece dopo aver acquisito le giuste competenze potresti – forse – riuscire ad affrontare in modo efficace eventi avversi, anche essendo di supporto agli altri.
Questo perchè potresti non essere colto di sorpresa da certe reazioni che non hai mai visto di persona, e che non ti sono mai appartenute.
LA DONNA ALLA FERMATA DI AUTOBUS E IL “FREEZE INCOMPRENSIBILE” e SOVERCHIANTE
Ricordo che molto tempo fa a Roma, ad una fermata di autobus alle 8,00 di mattina, una bambina di 8 anni ebbe un arresto cardiaco improvviso (forse affetta inconsapevolmente dalla sindrome di Brugada), una signora che chiamò il 118, e davanti alla richiesta dell’operatore di iniziare la rianimazione in attesa dell’automedica… non mosse un dito e non fece il massaggio che l’operatore le aveva chiesto di iniziare.
La bambina non ce la fece a sopravvivere, ma chi potrebbe incolpare una persona che non è un sanitario che non si sente di fare la rianimazione cardiopolmonare in strada?
Certo sarebbe meglio che tutti intervenissero in modo appropriato, ma come ci spieghiamo il perchè di questi blocchi psicologici?
Se non si conoscono queste dinamiche è facile giudicare in modo superficiale ignorando che la “finestra di tollerabilità” di ognuno di noi è diversa, e che alcuni possono vivere una esperienza traumatica attiva e negativa, che si rafforza e diventa sempre più difficile da bilanciare in pochi istanti.
Qualcuno nel tempo le ha definite ” alterazioni delle funzioni usualmente integrate alla coscienza”, come la memoria, l’identità di una persona, la percezione che abbiamo dell’ambiente che ci circonda, l’arrivo di una sensazione di impotenza legata a sentimenti di estraneità e distacco.Potrebbero essere sensazioni che non abbiamo mai provato e che si andrebbero a sommare alla criticità dell’evento critico di un arresto cardiaco: un cocktail davvero esplosivo.Ovviamente questo articolo e le considerazioni ad esso collegate non sono rivolte ai sanitari, ai soccorritori, a chi dell’emergenza ha fatto il suo lavoro, ma a tutti coloro i quali hanno seguito un corso BLSD e desiderano ascoltare testimonianze e report di quello che accade e come il cervello può reagire in certi casi particolari.
Essere preparati e consapevoli che probabilmente la realtà non sarà come la immaginiamo, e che ogni strumento in più che avremo, come la qualità del corso che abbiamo frequentato, il fatto di aver fatto anche training pediatrico, il fatto di aver ripetuto negli anni il retraining, ed aver letto con attenzione il manuale BLSD che ci è stato consegnato….ci tornerà utile in questi momenti.
Di certo davanti a certi accadimenti avremo un coinvolgimento profondo delle strutture emozionali e di pensiero che influiranno sui relativi comportamenti nostri e di chi assiste all’evento.
Per questo motivo è importante acquisire capacità per la gestione della regolazione emozionale…
COME POTREMMO PREPARARCI AD AGIRE IN MODO CORRETTO?
Di certo un obiettivo potrebbe essere quello di contrastare i problemi di attivazione traumatica e quella che potremmo definire la “dis-regolazione emozionale”; sarebbe utile cercare di capire quale potrebbe essere la nostra personale “finestra di tolleranza” davanti a certi eventi; è utile sapere che la maggior parte delle persone che si sono trovate davanti ad un grave malore di una persona (peggio se un conoscente o un familiare stretto) e non sapevano cosa fare, hanno riferito di aver vissuto una sorta di “brevedissociazione”legata anche alla perdita del “senso del tempo”.
Parliamo di una sorta di estraneamento collegato alla distorsione della cognizione del tempo: molti riferiscono di avere sintomi come: sentire poco, amnesia del presente, estraneamento da se stessi e da ciò che ci circonda, un senso di frammentazione, arrivando fino alla perdita delle funzioni (freeze).
Inoltre si potrebbe sentire “troppo”(iper-acusia), o “troppo poco” (ipo-acusia), ed in alcuni casi qualcuno è arrivato al punto di non sentire nulla o non sapere che quella che stavano vivendo è la tua esperienza; sembra di guardare la tua reazione dall’esterno mentre si svolge, e ti potrebbe sembrare di non avere il controllo come se un altra parte di te stesso stesse vivendo tale reazione.
Qualcuno lo ha definito come uno “Switch” (spostamento) verso un “altra parte di te” con la perdita del senso del tempo, a volte incapace di distinguere passato, presente e futuro.
Alcuni psichiatri e psicologi lo hanno anche definito un “conflitto interno senza la capacitò di negoziazione”, e questo disturbo dissociativo si attiva di solito con emozioni intollerabili ed intense.
E’ risaputo che la paura porta al blocco o alla fuga per natura, ma in questi casi se abbiamo alcuni strumenti potremmo sfruttare la scarica di adrenalina a nostro vantaggio.
Frequentare un corso BLSD di elevata qualità riduce lo stress e migliora le performance, fornendo al vostro cervello gli strumenti per gestire i segnali emotivi per tempo, aiutandovi ad affrontare una vicenda potenzialmente irrisolvibile, apparentemente senza possibili soluzioni, grazie ad un automatismo insito nello schema delle manovre BLS che ti è stato insegnato.
Infatti ogni volta che parteciperai ad un corso BLSD di qualità potrai assorbire a livello cerebrale lo “schema di comportamento” che in automatico ti potrà fornire il comportamento idoneo in tempi velocissimi, che neppure immagini.
Infatti in certi momenti se nella tua mente hai vissuto esperienze utili a risolvere una situazione particolare, ti saranno rappresentate all’istante per poterle usare, ancora prima che i tuoi pensieri coscienti possano emergere.
Oltre a questo il corso BLSD aiuta a rimuovere ostacoli alla modifica della convinzione che possiamo farcela, grazie ad abilità avanzate che ci aiutano ad oltrepassare la nostra “finestra di tolleranza”
Ma soprattutto un corso di elevata qualità riesce ad ampliare corso dopo corso, retraining dopo retraining, la finestra di tolleranza fino al punto di renderla sufficientemente ampia e sicura per se stessi e gli altri per affrontare situazioni delicate aumentando la reattività fisiologica.
Infatti con i continui retraining BLSD biennali, continuerai ad imparare ed a praticare nuovi SKILL, nuove linee guida (cambiano ogni 5 anni), in modo da poter continuare a progredire, ed avere maggiore forze per contrastare esperienze soverchianti come quella dell’arresto cardiaco improvviso.
CONCLUSIONI
E’ scientificamente provato che la presenza di un defibrillatore da poter usare entro i 3-4 minuti, unitamente a qualcuno che eroga la RCP (rianimazione cardiopolmonare) con competenza e velocità appropriata, può davvero cambiare l’esito dell’evento infausto; statistiche dimostrano che con queste premesse si può arrivare anche all’85% di vite salvate contro il 5% che ritroviamo in assenza di alcun aiuto (BLS e AED), e il 50% del solo massaggio cardiaco senza DAE.
Mi auguro con questa condivisione di riflessioni raccolte nel tempo, di aver potuto fornire a qualcuno strumenti cognitivi in grado di riflettere sull’importanza della conoscenza delle manovre salvavita sia a titolo personale che del “first responder team” di ogni azienda pubblica o statale che potrebbe davvero fare la differenza grazie alle elevate competenze.
Bibliografia consigliata:
Boon, S., Steele, K., & Van der Hart, O. (2013). La dissociazione traumatica: Comprenderla e affrontarla. Milan: Mimesis. [Italian edition of Coping with trauma-related dissociation: Skills training for patients and therapists. New York/London: W. W. Norton & Co, 2011.]